Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated R - Prosa

 

Autore/i: Mojca

Traduttore/i: marziachan

Status: In corso

Serie: City Hunter

Original story:

What men want

 

Total: 25 capitoli

Pubblicato: 01-06-07

Ultimo aggiornamento: 03-09-07

 

Commenti: 94 reviews

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DrameGeneral

 

Riassunto: Un piccolo intreccio tra il film con Mel Gibson e la sfida - Kaori può sentire i pensieri di tutti gli uomini.

 

Disclaimer: I personaggi di "What men want" appartengono esclusivamente a Thukasa Hojo. A dire il vero, il dottore di Kaori è un personaggio inventato. E forse ci sarà anche la partecipazione straordinaria di altri come lui.

 

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   Traduzione :: Quello che vogliono gli uomini

 

Capitolo 9 :: Notte di passione

Pubblicato: 09-06-07 - Ultimo aggiornamento: 07-07-07

Commenti: Questa è la versione un po’ modificata del capitolo. Per leggerlo intero e senza censure visitate il sito di Mojca.

 


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La notte era bellissima. Non una foglia frusciava nella brezza, tutto era tranquillo... La luna spargeva la sua luce argentea sul letto attraverso la finestra aperta.  

 

Sdraiata sulla schiena guardava fuori dalla finestra l’enorme luna, che le sorrideva. Non poteva dormire. L’aria era di nuovo calda. La sua pelle era diventata appiccicaticcia, facendole aderire la camicetta di pizzo rosso al corpo come una seconda pelle. Fece scorrere le mani sul sottile indumento. Non sapeva di possedere qualcosa di simile, fino a quando non aveva trovato il pacchetto regalo che la sua amica le aveva dato per il suo compleanno, dicendole che avrebbe dovuto aprirlo solo per le occasioni speciali. Come mai questa sera fosse un’occasione speciale, era al di là della sua comprensione.  

Faceva troppo caldo, l’aria nella stanza era diventata pesante, rendendola difficile da respirare.  

 

Un leggero cigolio delle assi del pavimento fuori dalla sua porta, le fece tamburellare il cuore nelle orecchie. Perché le assi cigolavano nel bel mezzo della notte? Lentamente, alzò la testa dal cuscino, guardando con occhi spalancati il pomello girare lentamente, ma costantemente. Balzò in piedi dal letto, deglutendo il groppo in gola.  

 

Lentamente e con cautela aprì la porta, il suo stomaco si annodò per l’attesa. Adorava guardarla dormire, circondata dalla luce della luna. Era bellissima, mentre riposava, le sue labbra erano sempre curvate in un leggero sorriso, le sue lunghe ciglia erano poggiare come ali di farfalla sulle sue guance. Tirando un profondo sospiro, silenziosamente fece un passo all’interno della stanza, bloccandosi vedendola seduta sul letto. Perché era sveglia? Quando i suoi occhi si posarono su di lei, notò la sua camicetta da notte. Lo stava aspettando? Sogghignò.  

 

Lo fissava attraverso la stanza, incontrando il suo sguardo infiammato sopra quel ghigno quasi selvaggio. Deglutì ancora, il respiro le si bloccò in gola. Era venuto. Era venuto da lei nel bel mezzo della notte. I suoi occhi si spalancarono. Era mezzo nudo.  

 

Petto nudo, con i pantaloni molto in basso sui suoi fianchi, era magnifico. Voleva chiedergli cosa stava facendo, ma le parole le rimasero bloccate in gola, quando iniziò ad avvicinarsi al letto, come quella erotica bestia in cerca della sua preda che era. Il materasso cedette, quando si inginocchiò ai piedi del letto.  

 

I suoi occhi la divoravano, leccandosi le labbra, sorrise seducentemente. Era sua, poteva prenderla.  

 

Lei vide il luccichio selvaggio dei suoi occhi un istante prima che la sua bocca scendesse sopra la sua. Cercò di allontanarsi, spaventata, ma le lunge dita aggrovigliate tra i suoi capelli la tennero ferma.  

 

Il bacio era un calmo, esperto scorrere della bocca di lui su quella di lei, senza alcuna esigenza.  

 

Aveva previsto la bravura, ma la sua tenerezza l’aveva colta di sorpresa.  

 

La sua lingua le accarezzò il labbro superiore, prima di entrare nella sua bocca in una lunga, erotica carezza. La sua bocca sapeva di qualcosa di dolce, piccante, qualcosa che non riusciva a identificare. Delle forti mani le serrarono gentilmente le spalle, girandola e abbassandola sul materasso.  

 

Appoggiò i palmi sulla curva delle sue spalle. Larghe abbastanza da riempirle le mani. Gemette, quando lui accarezzò i suoi seni attraverso la camicia da notte.  

 

I denti chiusi gentilmente attorno al suo labbro inferiore, glielo succhiò lentamente, strisciando poi verso la curva della sua mascella fino a che non trovo un tendine. Lo mordicchiò. La sua mano scivolò verso il colletto della sua camicetta, stringerlo tra i pugni.  

 

Si sentì soltanto un leggero sibilo, quando il materiale si ruppe, strappando il vestito a metà.  

 

Sentì un freddo spiffero sopra i suoi turgidi capezzoli solo per un momento prima che le sue calde, lunghe dita le coprissero un seno, leggermente curvate a forma di coppa.  

 

La scura ciocca che gli cadeva sulla fronte sfiorò la sua pelle febbricitante, quando abbassò la testa per cercare un capezzolo. Il calore della sua reclamante bocca le fece inarcare la spina dorsale. Con un brontolio proveniente dal fondo della gola, ne leccò la punta. Gemette.  

 

Lei inspirò con forza.  

 

Lui diede al suo capezzolo un delicato morso con i denti.  

 

Il piacere le scorreva veloce lungo la spina dorsale.  

 

Succhiava, facendola contorcere. Un altro malizioso quasi-morso la fece impazzire dal piacere, pulsante tra i suoi capezzoli, come le sue lunghe dita che stringevano e stuzzicavano. La sua lingua girò attorno ad uno stretto punto, poi abbasso la testa per trovare la curva dove la sua gabbia toracica incontrava il fianco. Inumidì il suo ombelico fino a quando lei non si contorse. La sua bocca e la sua lingua iniziarono a muoversi lentamente più giù... e giù...  

 

...  

 

 

La sola cosa che poteva fare era continuare a respirare, mentre lui mordeva, succhiava, sgranocchiava.  

 

Una cascata di fuoco le attraversò la spina dorsale, strappandole un gemito dalle labbra. Fremette, quando l’orgasmo le inondò la mente. Urlò, pulsando contro di lui.  

 

Il fuoco si spense molto, ma molto lentamente.  

 

Stava ancora fremendo, quando lui lentamente si alzò, e afferrandola per i fianchi, la girò sullo stomaco. Lei aprì gli occhi, sbalordita. Si voltò a guardarlo, mentre lui la spinse sulle ginocchia, facendola inginocchiare.  

 

Non si tolse neppure i pantaloni, gli spinse semplicemente giù abbastanza da essere libero. La sua lunga erezione splendeva sotto luce lunare.  

 

»Ora è il mio turno, « ringhiò, la sua roca voce impregnata di virile anticipazione.  

 

Qualcosa di duro le sfiorò la sua scivolosa apertura. Gettò di scatto la testa all’indietro, quando percepì la larghezza del suo pene eretto, mentre lentamente la penetrava, un eccitante centimetro alla volta.  

 

Scese sopra di lei, ricoprendole la schiena di sudore e muscoli contratti, mentre sottovoce le mormorava all’orecchio.  

 

Ansimò, mentre lui si spingeva sempre più in profondità, lentamente, intensamente e senza fine. Gemendo, cercò di appoggiarsi sulle braccia per mettersi carponi, ma lui le catturò i polsi inchiodandoli di nuovo al letto, costringendola ad appoggiarsi sui gomiti.  

 

Finalmente era tutto dentro di lei, completamente.  

 

Riusciva solo ad ansimare. Poteva sentire il suo passaggio scivoloso allargarsi attorno al suo pene che l’aveva penetrata. Riempita quasi al punto da far male, emise un lamento. Non era mai stata così eccitata in tutta la sua vita.  

 

Allora, lui iniziò ad uscire. Lentamente. Seta e larghezza e calore, scivolavano da lei deliziosamente. Fuori. E fuori. E fuori.  

 

E dentro. E dentro. E dentro.  

 

Lei gemette.  

 

Lui ridacchiò tetramente sopra di lei.  

 

Il divertimento a mala pena espresso sul suo caldo viso ad un altro suo orgasmo. L’unica risposta che lei riuscì a dargli fu un grido.  

 

Il piacere girò in tondo sempre più stretto e caldo prima di esplodere, facendola contorcere dalle convulsioni, imprigionata tra le sue braccia.  

 

Lui continuava, con forza e calore, con brevi, inesorabili spinte che scacciarono fuori dalla sua mente qualsiasi pensiero.  

 

Il suo orgasmo si fece ancora più forte sotto il suo implacabile assalto, bruciante e feroce, diverso da qualsiasi cosa lei avesse mai conosciuto in vita sua. Inerme sotto la sua presa, miagolava, noncurante, dimenticando tutto e tutti al di fuori del corpo maschile sopra di lei, attorno a lei, dentro di lei.  

 

Era ancora sommersa dal fuoco, quando sentì il suo ruggito trionfante, mentre veniva, in profondità dentro lei...  

 

 

 


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