Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated R - Prosa

 

Autore/i: Mojca

Traduttore/i: marziachan

Status: In corso

Serie: City Hunter

Original story:

What men want

 

Total: 25 capitoli

Pubblicato: 01-06-07

Ultimo aggiornamento: 03-09-07

 

Commenti: 94 reviews

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DrameGeneral

 

Riassunto: Un piccolo intreccio tra il film con Mel Gibson e la sfida - Kaori può sentire i pensieri di tutti gli uomini.

 

Disclaimer: I personaggi di "What men want" appartengono esclusivamente a Thukasa Hojo. A dire il vero, il dottore di Kaori è un personaggio inventato. E forse ci sarà anche la partecipazione straordinaria di altri come lui.

 

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   Traduzione :: Quello che vogliono gli uomini

 

Capitolo 5 :: Piccoli progressi

Pubblicato: 05-06-07 - Ultimo aggiornamento: 23-06-07

 


Capitolo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25


 

Sbadigliando, Kaori gettò via le coperte dal proprio corpo, grattandosi la testa. Si sentiva riposata, molto più riposata di come si sentiva ogni mattina nel suo letto d’ospedale, fuori splendeva il sole, gli uccellini cinguettavano... Un’altra bellissima mattina e lei era finalmente a casa.  

 

Tirando fuori i piedi dal letto, si sedette lentamente, guardandoli, mentre muoveva le dita dei piedi. Perché aveva mosso le dita dei piedi così all’improvviso? Oh, bè, non aveva alcuna importanza, giusto? La gente poteva fare ciò che voleva con le proprie dita, perciò lei poteva muoverle fino a che non si staccavano, se ne aveva voglia.  

 

Poggiando i piedi sul pavimento, lentamente si alzò, testando il suo peso. Non aveva le vertigini, non si sentiva stordita, e il mondo non le dondolava davanti agli occhi. Era sana come un pesce, pronta per andare.  

 

Le gambe le vacillarono leggermente, ma arrivò al bagno in un attimo. Spargendo il pigiama sul pavimento, lentamente entrò nel box-doccia, accogliendo con un leggero sorriso il rilassante getto d’acqua.  

 

 

* * *  

 

Arricciando il naso, si girò di lato, coprendosi la testa con un cuscino. Doveva per forza fischiare? Non poteva canticchiare? O meglio ancora, star zitta e lasciarlo dormire? Era la prima notte in cui poteva dormire tranquillamente. La scorsa settimana aveva passato tutte le notti all’ospedale al suo fianco, a tenerle la mano, e la notte precedente l’aveva passata agitandosi e girandosi nel letto, senza chiuder occhio, preoccupato di sapere se il medico l’avrebbe lasciata uscire dall’ospedale, permettendole di tornare a casa.  

 

La porta si aprì di scatto.  

 

»Buon giorno, sole!«  

 

Ryo emise un lamento da sotto il cuscino.  

 

Con un sorriso enorme, Kaori si avvicinò al letto. Così, aveva passato tutte le notti al suo capezzale, a tenerle la mano, eh? Com’era dolce?!  

 

Aspettandosi che gli togliesse il cuscino dalla faccia, Ryo si zittì, senza emettere alcun suono. Ahimé, non successe niente. Lei era ancora lì, poteva sentirla, ma non faceva una mossa. Lentamente, scostò il cuscino dalla faccia, guardando la donna a lato del suo letto. Stava sorridendo come una lunatica.  

 

Kaori ridacchiò, guardandolo con occhi lucidi.  

 

»Cosa?« ringhiò.  

 

Con un sorriso forzato, scossé la testa. Lui aveva passato tutte le notti accanto a lei, e tenerle la mano. Lacrime le sgorgarono dagli occhi.  

 

Ryo fu fuori dal letto in un nanosecondo »Kaori! Cosa c’è? Stai bene? Perché piangi?«  

 

Kaori singhiozzò »Oh, sto bene« si asciugò gli occhi »E’ solo un po’ di polvere, tutto qui.«  

 

Ryo cadde all’indietro sul letto. »Ok, allora. Perché non torni di sotto e mi lasci in pace?«  

 

Kaori lo prese per un braccio, tirandolo giù dal letto, facendolo cadere sul pavimento. Mettendosi le mani sui fianchi, guardò giù, verso di lui »Perché non ti alzi, ti metti qualcosa di decente, ed inizi la giornata ad un’ora normale?!«  

 

Ryo fece il broncio. »Ma sono stato sveglio tutta la notte.«  

 

»Questo non mi riguarda. Se non riesci ad alzarti in tempo, non dovresti passare tutte le notti in giro per la città.« Sorrise maliziosa. »Non sei più un ragazzo. Gli anni cominciano a farsi sentire, vecchio mio.«  

 

»Vecchio?« si alzò di scatto »Vecchio?!« Gonfiò il petto »Ho solo 20 anni, Kaori-kun! Ricordatelo!«  

 

Kaori sghignazzò, dandogli un colpetto sullo stomaco »Non tenerlo così duro. Potresti farti male.«  

 

Ryo rimase a bocca aperta. Da quando in qua lo prendeva in giro?!  

 

Kaori gli strizzò l’occhio »Chi la fa, l’aspetti!« Si girò, uscendo dalla stanza. »Oh, mettici sopra una maglia, prima che ti escano gli occhi dalle orbite!«  

 

Ryo rimase davanti alla porta chiusa con la bocca spalancata. Chi la fa, l’aspetti? Di cosa stava parlando? E cos’era quella presa in giro? Cosa c’era che non andava in lei? Gli alieni l’avevano rapita e le avevano fatto il lavaggio del cervello?  

 

La risata squillante di Kaori risuonò giù per le scale.  

 

 

* * *  

 

La colazione si svolse nel silenzio più assoluto.  

 

Kaori sgranocchiava i suoi cereali, gettando delle occhiate in tralice al suo socio attraverso il tavolo, chiedendosi se si fosse spinta un po’ troppo avanti prima. Ogni volta che ci pensava un sorriso si estendeva sulle sue labbra, e doveva metterci tutto l’impegno possibile per non ridere. Una vocina nella sua testa continuava a dirle che non doveva approfittare del suo dono-maledizione per sentire i suoi pensieri così spudoratamente, ma non poteva farci niente. Era fin troppo facile. E prenderlo in giro era un tale piacere. Meglio della cioccolata!  

 

Bè, non proprio, ma ci andava vicino.  

 

Kaori corrugò la fronte. Ryo teneva lo sguardo fisso sulla sua tazza di cereali. Da quando era sceso, non le aveva detto una parola. E non aveva neppure sentito nient’altro. Si era spento di nuovo. Si sentiva un pochino in colpa per il modo in cui l’aveva preso in giro, ma dopo tutto... Se lo meritava!  

 

Fissava con sguardo assente i suoi cereali. Li stava mangiando, ma non avevano gusto. Bè, c’è l’avevano, realmente. Sapevano da suole di scarpa. Non che avesse mai mangiato delle suole di scarpa, ma si era immaginato che gusto potessero avere. Era ancora stordito per il colpo che aveva preso prima. Kaori che lo prende in girò, Kaori che non arrossisce di fronte al suo ampio, nudo, virile petto...  

 

Kaori sputò tutto quello che aveva in bocca.  

 

Ryo alzò gli occhi.  

 

Lei era porpora, si batteva il petto e tossiva.  

 

»Stai bene?«  

 

Kaori si pulì le gocce di latte sul mento »Bene,« ansimò, tossendo ancora »Sto bene.«  

 

Stava seriamente considerando di spegnere ogni tanto quel suo dono-maledizione, perché se continuava così, sarebbe morta dalla vergogna... o d’asfissia. Perché mai pensava che dovesse arrossire di fronte al suo ampio, nudo, virile petto? Diventò porpora di nuovo.  

 

Ryo si alzò in piedi lentamente, spostandosi dietro la sua sedia. »Vuoi che ti dia un colpetto?«  

 

Guardando dietro, scrutò quell’enorme, abbronzato palmo, sospeso a pochi centimetri dalla sua schiena. »Uh...sto bene.«  

 

Ryo fece spallucce »Fa come ti pare.«  

 

La porta d’ingresso s’aprì.  

 

Kaori girò gli occhi. »Dovremmo considerare realmente la possibilità di bloccare quella cosa.«  

 

Ryo mosse le orecchie. Un ghigno lascivo si estese sulla sua faccia, e corse fuori della cucina »Yahoo!«  

 

Né seguì un gran chiasso, che fece tremare le tazze della colazione sul tavolo.  

 

Solo quando tutto si fu calmato, Kaori si azzardò a sporgere la testa in salotto.  

 

Ryo era sdraiato sulla schiena, con braccia e gambe divaricate e un tacco a spillo che si librava pericolosamente sopra i suoi gioielli di famiglia.  

 

Kaori sospirò »Ciao Saeko.« Cosa voleva la donna da loro? Se Kaori conosceva bene la Detective, un altro caso di grande rilievo, ma senza profitto. Accompagnato da sbavamenti, lingua a penzoloni, e “Mokkori” urlati dal suo socio. Si stava stancando di questo tipo di casi. Perché non potevano proteggere un uomo tanto per cambiare? O essere pagati per il loro lavoro? Perché Ryo non poteva dominare i suoi istinti primari una volta ogni tanto?  

 

Saeko mise giù il piede, tenendo il pugnale in mano, giusto per precauzione. »Ciao anche a te, Kaori. Mi sembri in forma.«  

 

»Il riposo fa questo ad una persona.«  

 

Saeko ridacchiò. »Giusto. Molto giusto.«  

 

Ryo era sdraiato dietro ai suoi piedi, osservando il pugnale con sospetto. »Perché sei qui, Saeko?«  

 

La Detective alzò le spalle, lasciandosi cadere sul divano e rivelando un’affusolata gamba, quando lo spacco della gonna si aprì. Sicuramente sapeva come usare le sue “armi” femminili per ottenere ciò che voleva. »Ho un lavoro per voi.«  

 

Kaori stinse i denti, mentre gli occhi di Ryo gli uscivano dalle orbite. Maiale!  

 

I capelli sulla nuca si alzarono, un chiaro avvertimento di pericolo. Guardando di sbieco la sua socia, Ryo potava vedere che stava per scoppiare. Agitando la testa con veemenza, si alzò in piedi al suo fianco. Meglio tenere un occhio su di lei, che subire una delle sue martellate a sorpresa.  

 

Saeko guardò i due con mal celato divertimento. Questa volta Ryo se l’era vista brutta. E questo doveva avergli aperto gli occhi, un pochino. Si rese conto che stava perdendo il fascino che aveva su di lui – se mai l’aveva avuto. In passato, le era venuto il sospetto che il fatto di saltare su di lei – o su ogni altra donna, in quanto tale – era solo un diversivo, per tenere Kaori a distanza.  

 

Forse questo avrebbe migliorato le cose. Sapeva che non doveva usarlo per fare i lavori sporchi della polizia, ma era, dopotutto, il meglio del meglio. E molto economico, soprattutto. Tutto quello che doveva fare era promettergli una piacevole bottarella tra le lenzuola e lui eseguiva i suoi ordini come un ragazzetto ubbidiente, anche se arrapato da morire. Ma sembrava, oggi più che mai, che il suo fascino stesse perdendo colpi. Peccato!  

 

»Allora, Ryo.« disse, guardandolo sensualmente da sotto le lunghe ciglia. »Cosa ne dici?«  

 

»Che genere di lavoro?«  

 

Kaori girò gli occhi. Ecco che si ricomincia. Un’altra modella che aveva bisogno di protezione, la promessa di Saeko di passare la notte con Ryo, digrignò i denti fino alla radice, un altro mese in cui la casa di Saeba sarebbe stata distrutta. Un classico, veramente.  

 

»Ho bisogno che proteggiate qualcuno.«  

 

Ecco fatto, si ricomincia!  

 

»Chi?«  

 

»Prima dimmi se lo farete.«  

 

Ryo corrugò la fronte »Ci pagherai questa volta.«  

 

Entrambe, Saeko e Kaori lo fissarono nel più totale smarrimento.  

 

Ryo guardò le due donne »Cosa?«  

 

Kaori sbattè le palpebre »Hai detto “pagare”. Hai intenzione di chiedere un pagamento in denaro?«  

 

»No« Sghignazzò, prendendo il volo verso Saeko. »Riceverò il mio solito compenso, più tutti gli arretrati!« I suoi vestiti sparirono come per magia e stava abbracciando Saeko in boxer. »Con gli interessi!!!«  

 

Con un calcio micidiale alle parti basse, Saeko riuscì a scrollarselo di dosso.  

 

Ryo restò sospeso in aria per qualche secondo, prima che un martellone ben mirato lo colpisse, facendolo sprofondare 15 cm nel muro.  

 

»Tu pervertito bastardo!« Ruggì Kaori.  

 

»Cofa ho deffo?«  

 

 


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