Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): Sophie

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Un Noël décisif

 

Total: 48 chapitres

Publiée: 15-06-08

Mise à jour: 30-03-09

 

Commentaires: 435 reviews

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RomanceGeneral

 

Résumé: Attenzione! Preferisco avvertirvi subito, ancora prima che ci clicchiate (se ne avete voglia)... C'è poca azione nel senso di "nessun caso"... ma questo non vuol dire che non succederà STRETTAMENTE niente... Il capitolo 1 tenta di spiegare un po' meglio...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un Natale decisivo" sono di esclusiva proprietà di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduction :: Un Natale decisivo

 

Chapitre 14 :: Coppia

Publiée: 03-12-08 - Mise à jour: 03-12-08

 


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Trascorse qualche minuto in cui i soli compagni di Ryo furono il silenzio e l’oscurità.  

 

Stava rimuginando incessantemente su quest’idea di fare un gesto semplice verso di lei e trasformare così il loro quotidiano... e anche il loro futuro.  

 

Un leggero rumore gli fece sollevare la testa.  

 

In lontananza, sotto l’alone di luce di lampione, distinse una coppia che si inoltrava nel parco. L’uomo aveva il braccio attorno alla vita della sua amica. La testa di lei posava sulla spalla del suo compagno.  

 

Probabilmente si stavano recando ad una cena ed avevano deciso di accorciare il loro tragitto passando per il parco? O, più semplicemente, si concedevano una piccola passeggiata romantica, soli, godendosi l’uno la presenza dell’altro?  

Una volta immersi nell’oscurità, Ryo li perse di vista, non sentendo più altro che il mormorio delle loro voci.  

 

Non gli aveva lasciati con lo sguardo un istante mentre passavano nel suo campo visivo. Senza far rumore, gli aveva osservati, leggermente invidioso, colmo di incomprensione e molto distaccato.  

 

 

”Tu vedi tutti gli altri assieme, uniti. Ti conosco abbastanza da sapere che tu condividi la loro felicità e che gli invidi anche.  

 

Ti piacerebbe molto che io ti prenda a braccetto e che ti lasci appoggiare la testa sulla mia spalla... Per quanto tu possa negarlo e affermare che io racconto assurdità, approfitti delle minime occasioni per avvicinarti a me, anche a rischio di vederti respinta...  

 

Conosci i rischi e tuttavia ti ostini!  

 

Tu desidereresti che noi formassimo una coppia! Questa entità che, il più delle volte, non dura che il tempo di una scoperta. Non capisci che lo siamo già? Che quello che tu desideri, in realtà, è un incontro?  

 

Ti piacerebbe sentire delle parole che io non saprò mai dirti.  

 

Che idiota!”  

 

 

Ripensò a quella coppia. L’uomo gli era apparso pieno di vita, la donna molto bella, anche se, in tutta onestà, di lei non aveva distinto che la schiena ed i capelli...  

 

Questa serata era veramente rovinata, non riusciva neanche a dimenticare i suoi stupidi interrogativi davanti la contemplazione di una giovane bellezza... Per la miseria...  

 

Suo malgrado, strinse i pugni.  

 

 

”L’idea stessa di vederti con un altro uomo mi fa ribollire il sangue... mi opprime, mi ferisce. Ma so anche che non ho alcun diritto di volerti impedire di raggiungere la felicità. Se io non sono capace di procurartela, devo tuttavia avere la nobiltà di lasciartela trovare... anche se questa è lontana da me. Ma avrò la forza di ritirarmi nell’ombra per lasciarti alla luce?  

 

Temo proprio di no.  

 

Perché io non ho voglia che tu ti allontani. Tu illumini il mio orizzonte con la tua sola presenza. Attraverso il tuo sguardo io riscopro le cose e le persone. Non ero cieco prima, ma il mio mondo era solo nero e bianco. Ed allora egoisticamente ti tengo al mio fianco.  

 

Credo che, qualsiasi cosa io faccia, non potrei mai lasciarti andare via, senza perdere una parte della mia umanità.  

 

Quando penso a noi, mi capita di vedere un ponte, fragile, sottomesso al vento tumultuoso. Noi siamo un ponte tra due mondi così diversi. Al di sotto di noi, il vuoto incommensurabile non lascia alcuna possibilità di errore. Le raffiche lo fanno oscillare pericolosamente, minaccia di rompersi ad ogni sbandata... E’ un miracolo inspiegabile che sia ancora in piedi.  

 

Io lo vedo e, al di là del mio stupore per la sua resistenza, mi chiedo se io non voglia che crolli. Che finalmente i legami tra di noi si spezzino per sempre. Che io la smetta di farti soffrire, che la smetta di farmi soffrire. Che tutto abbia fine...  

 

Eppure, contraddittoriamente, al mio modo di fare maldestro, mi adopero per mantenerlo in equilibrio. Rinuncio a fare un passo in avanti perché resti sospeso. Ho talmente paura che crolli ad un minimo cambiamento del mio comportamento, in un senso o nell’altro...  

 

Lo distruggo e lo ricostruisco allo stesso tempo... quanta energia spesa per combattere contro me stesso!!!  

 

Ma io non voglio, non voglio più restare solo nella mia sponda. Mi sembra così tetra, così abbandonata, infestata di demoni che mi assomigliano, mi incantano, mi persuadono che io appartengo a quella terra di desolazione. Basterebbe che mi giri per vederli in faccia e soccombere ai loro mormorii.  

 

Il tuo mondo non è necessariamente luminoso, privo di zone oscure, né senza preoccupazioni e tormenti. Non manca di zone torbide, di non detti, d’inquietudini... ma ci sei tu e questo mi basta per volerti raggiungere.  

 

Finché questo ponte mi unisce a te, mi resta una speranza. E questa speranza vale tutte le certezze.”  

 

 

Ryo aggrottò le sopraciglia. Ponte! Terra di desolazione! Speranza! Che cos’era questo discorso d’operetta?  

 

Tuttavia anche se le parole utilizzate erano leggermente romanzesche, l’immagine era azzeccata.  

 

Non aveva mai rinnegato la sua vita passata. Non aveva mai pensato che non fosse apprezzabile per certi aspetti. Se, certe sere, un leggero velo scendeva a ricoprire il suo spirito, se una stretta serrava il suo cuore, lui faceva presto a dimenticarsene in un bar qualunque. Ma incontrando Kaori, aveva capito che si trattava di una mancanza... Paradossalmente, lei lo aveva guarito e aveva, allo stesso tempo, amplificato questa penosa sensazione.  

 

Da allora in poi lui aveva saputo esattamente dare una spiegazione alla sensazione che si impadroniva di lui nel più profondo della notte: la sensazione di esistere.  

 

Alcuni direbbero che conoscere il nome del malessere, significa già curarlo... ma, al contrario, l’averlo isolato lo rendeva ancora più tenace... ora lui sapeva che cos’era, sapeva che non gli sarebbe sfuggito e che non avrebbe mai potuto appagarlo.  

 

Volergli rispondere avrebbe significato trascinare Kaori con lui nella sua caduta...  

 

Eppure, lui, più di chiunque altro avrebbe dovuto sapere che privi di gesti, i sentimenti non servono a niente.  

 

Rinchiusi, ci logorano all’interno, tormenti senza fine, più dolorosi di qualsiasi ferita.  

 

 


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