Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Auteur(s): Sophie

Traducteur(s): marziachan

Status: Complète

Série: City Hunter

Histoire d'origine:

Un Noël décisif

 

Total: 48 chapitres

Publiée: 15-06-08

Mise à jour: 30-03-09

 

Commentaires: 435 reviews

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RomanceGeneral

 

Résumé: Attenzione! Preferisco avvertirvi subito, ancora prima che ci clicchiate (se ne avete voglia)... C'è poca azione nel senso di "nessun caso"... ma questo non vuol dire che non succederà STRETTAMENTE niente... Il capitolo 1 tenta di spiegare un po' meglio...

 

Disclaimer: I personaggi di "Un Natale decisivo" sono di esclusiva proprietà di Tsukasa Hojo.

 

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   Traduction :: Un Natale decisivo

 

Chapitre 47 :: Accetto

Publiée: 30-03-09 - Mise à jour: 30-03-09

 


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Si allontanò da lei e si avvicinò alla finestra. Oramai era completamente spuntato il giorno. Indubbiamente, una giornata d’inverno restava sempre buia e fredda. Ma il vento aveva cominciato a scacciare le nuvole da neve, lasciando dei varchi sempre più grandi di cielo azzurro.  

 

L’uomo si mise a guardare la città, sentendo la presenza di Kaori dietro la sua schiena, ma incapace di fronteggiarla... non questa volta.  

 

Lottava ancora interiormente... «Io sono come sono». Esatto ma ciò non toglieva che qualche volta si detestava... quello che era... quello che faceva... i suoi sentimenti... i suoi desideri... le sue menzogne... il suo amore. E, abbagliante come un lampo in piena tempesta, la verità era riuscita finalmente ad imporsi in lui, a uscire dalle sue viscere dove lui la teneva da così tanto tempo prigioniera.  

 

La decisione che aveva finito per lasciare a Kaori era solo un’illusione.... Un’illusione poiché quella non era la giusta questione.  

 

Per quanto la riguardava, Kaori aveva giù fatto la sua scelta... Che importava se questa si era imposta fin dal loro primo incontro o se si era costruita nel corso di quegli anni di vita comune. Lei aveva deciso e, niente l’avrebbe fatta demordere. Era il suo modo di essere. Lo amava. Qualunque cosa lui avesse deciso lei gli sarebbe rimasta fedele. Un angolo del suo cuore gli sarebbe appartenuto per sempre... Avrebbe potuto chiamarla in qualunque momento, lei avrebbe risposto presente... Inoppugnabilmente... Fino a quando il fiato le avrebbe percorso il corpo...  

 

Era riuscito a convincersi che doveva lasciarle la possibilità di scegliere... ma era già successo. Non era questo che li bloccava. Kaori aveva fatto la sua scelta... Però tutto questo era assoggettato ad un’altra cosa...  

 

La questione non era sapere se lei sarebbe stata più felice con o senza di lui. La questione era sapere se, lui, avrebbe accettato di affrontarne i rischi! Il rischio di amarla, il rischio di perderla, il rischio di aumentare il suo senso di colpa... Non si trattava, infatti, di acconsentire solamente ad amarla, si trattava anche di accettare tutto quello che questo avrebbe comportato... Sapere se sceglieva di vivere e, forse, di essere infelice come mai prima d’ora. Il rischio di toccare la fiamma e rimanerne scottato...  

 

L’uomo capace di sfidare tutto e tutti era rimasto atterrito all’idea di affrontare questa semplice interrogazione, questa scelta che altri facevano sul momento. Allora aveva tergiversato riportandola su Kaori, costruendo l’idea che doveva fare una scelta per lei. Indubbiamente più facile che scrutare dentro al proprio cuore.  

 

L’origine di tutto questo, l’anello, significava “Accetto”, ma lui non si era posto la vera domanda ed era questo che Kaori gli urlava silenziosamente dall’inizio. Lei non poteva più andare oltre. Adesso lui doveva andare avanti da solo.  

 

Se la sua scelta definitiva fosse stata no, colorata di tanti rimorsi e rimpianti quanto il si, lei ne sarebbe stata distrutta ma avrebbe accettato... per lui. Così come aveva accettato questa semi-vita, semplicemente per stare con lui!  

 

Senza dubbio lo avrebbe lasciato un giorno. Sarebbe rimasta comunque sul filo del rasoio... in equilibrio precario. Non avrebbe abbandonato probabilmente quel mondo, malgrado tutto quello che lui poteva sperare... Questo lavoro era diventato una parte di lei. Oggi, questo insolito mestiere le corrispondeva completamente. Salvava delle vite. Con la sua presenza, con il suo coraggio.  

 

No, lui parlava della loro coppia... questa strana associazione che sorprendeva tutti.  

 

Se avesse continuato a mentirsi, avrebbero girato in tondo ancora degli anni. Lei avrebbe finito con il trovare il coraggio di andarsene per non distruggersi restando accanto ad un uomo che era incapace di riconoscere i suoi sentimenti?... Sarebbe rimasta al suo fianco per sempre, senza accontentarsi di quello che lui le accordava, ma con la paura di perdere questi instanti di pienezza? Forse.  

 

Ma lui avrebbe vissuto per metà... L’avrebbe fatta vivere per metà...  

 

Sarebbe stato capace un giorno di dire “noi”?  

 

Il dubbio sarebbe stato sempre presente... Il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata. Ma comprese di essere caduto in trappola e che avrebbe dovuto conviverci... Che non sarebbe mai stato riscattato dal suo passato, non sarebbe mai stato perdonato per i suoi gesti e che, qualunque cosa avrebbe fatto, questa realtà sarebbe rimasta legata a lui...  

 

Ma perché doveva intristirsi, sempre? Denigrare ogni forma di speranza?  

 

Non avrebbe mai potuto essere sicuro che la speranza che lei gli offriva spontaneamente non scomparisse improvvisamente, che sarebbe stato abbastanza forte per conservare la scintilla e abbastanza coraggioso per alimentarla. Nessuno poteva promettergli che amare sarebbe stato facile.  

 

Aveva tanti desideri che gli sbattevano da una tempia all’altra. E il più forte di tutti era prenderla tra quelle braccia e dimenticare il resto per un minuto d’eternità...  

 

Aveva scoperto la sua debolezza e la sua forza. Non poteva lasciarla partire. Se fosse stato più emotivo, avrebbe provato rabbia... rabbia contro quello che era... ed avrebbe allo stesso tempo riso di liberazione, d’accettazione...  

 

Fissò lo sguardo sull’orizzonte, concentrandosi sugli odori che inondavano la sua camera... I propri abiti, l’odore di tabacco e, ancora più profondo, che impregnava ogni cosa, l’odore di Kaori. La sua presenza.  

 

»Non andartene...«  

 

La donna rimase in silenzio qualche minuto. Quelle parole, le aveva attese troppo a lungo. Troppo a lungo per accettarle tali e quali. Respirò profondamente per concentrare tutta la sua volontà sulla necessità, l’obbligo, di forzarlo ancora.  

 

»Perché? Perché tu ricominci alla tua prossima crisi d’incertezza? Per essere sempre solo la tua “domestica”? Per mortificarci in questo modo, ancora e sempre? Fino a quando Ryo?«  

 

Lui non rispose alle sue domande. Non erano il cuore del problema. Ad ogni modo, non aveva alcuna risposta da darle. Però lui sapeva una cosa, unica.  

 

»Senza di te, City Hunter scomparirà...«  

 

Guardando la schiena dell’uomo che amava, lei si sorprese a sorridere. Era tutto... Così poco... e così tanto... Lui non avrebbe mai potuto dirle altra cosa... o si, un giorno forse? Ma la palla era tornata in campo... Una palla di piombo. Rilanciarla dall’altra parte necessitava di una forza fenomenale e la risposta era un’attesa distruttrice. Dopo aver impazientemente e febbrilmente atteso che lui finalmente ammettesse, ora spettava a lei decidere se accettare di dargli fiducia, di nuovo, ancora con più forza di prima.  

 

Un’immagine s’impose in lei all’improvviso: Ryo che dorme sulle sue ginocchia... fiducioso, tranquillo, sereno... Lei e lui. City Hunter.  

 

Un riconoscimento di quello che era... un’esistenza.  

 

Non sentendo nessuna risposta da parte della sua socia, e tuttavia sempre incapace di voltarsi, si spinse ancora più oltre... in uno spazio che non sapeva neppure esistere.  

 

»Ti faccio una promessa Kaori. Tra te e me, d’ora in avanti, ci sarà soltanto la verità... anche se farà male... Non ti dirò proprio tutto... Certi fatti dovranno ancora essere taciuti. Ma niente più menzogne... di nessun tipo...«  

 

La donna comprese che lui aveva finalmente detto quello che lei stava aspettando di sentire. Avere nuovamente fiducia in lui. Sapere che lui avrebbe fatto di tutto per ritornare da lei.  

 

Il silenzio che si era installato tra di loro fu immediatamente alleggerito, purificato, come se una grossa nuvola che gli aveva sempre avvolti si fosse finalmente dispersa.  

 

Il sorriso di Kaori era sempre incerto, ma sembrava illuminare la stanza di una nuova intensità.  

 

»Lo spero bene... Altrimenti il mio martello sarà ancora più imponente!«  

 

All’osservazione di Kaori che era il suo modo di dirgli “ho capito”, Ryo non poté impedirsi di sorridere.  

 

»Avevo sperato che dopo una dichiarazione simile, tu ti decidessi ad accantonare definitivamente i tuoi martellloni...«  

 

»Nei tuoi sogni, vecchio mio... Sono dei strumenti perfettamente adatti al tuo caso! So bene che, non appena vedrai una sottana la tua volontà scomparirà.«  

 

»Che vuoi farci, la carne è debole...«  

 

Ovviamente avrebbe continuato ancora con i suoi tentativi di rimorchiare falliti in partenza. Lo aveva sempre fatto... Ma per le discussioni serie, per quello che tenevano veramente a cuore, non avrebbe mentito più.  

 

»La carne è debole ed il legno è duro!«  

 

Nessuno si muoveva, felice di aver trovato qualcosa di nuovo, di aver finalmente risolto una questione che gli logorava da troppo tempo. Ora la pressione si era dissipata, la vita riprendeva il suo corso... il dolore fisico anche.  

 

Liberata di una pesante tensione di cui tuttavia non aveva avuto realmente coscienza, Kaori mosse le dita della sua mano destra.  

 

»Ahi!!!! Che male...«  

 

Ryo si girò ma non si avvicinò a lei. Osservò la mano della sua socia e aggrottò le sopraciglia.  

 

»Ti avevo detto di andare ad occupartene subito... Vedi quando non mi ascolti...«  

 

»A volte, è meglio non ascoltarti, non credi?«  

 

»Hai bisogno di aiuto per medicarti?«  

 

Lei esitò un istante... averlo vicino a lei, ora, sarebbe stato portatore di altre cose, lo sapeva, ma...  

 

»No, credo di potercela fare da sola. Grazie comunque per questa proposta cavalleresca.«  

 

Si diresse verso la porta. Aveva la mano sulla maniglia, quando la voce di Ryo la trattenne.  

 

»Accetto.«  

 

Lei si voltò per fronteggiarlo. La fissava con un nuovo bagliore negli occhi... più appassionato, più sincero...  

 

»Scusa?«  

 

»Accetto...«  

 

»Accetti cosa?«  

 

»Accetto tutto... qualunque cosa costi....«  

 

Tutto... ”La paura di perderti, il rischio di essere responsabile della tua morte... già... ma non solo... allo stesso modo la delusione di non essere all’altezza, il tuo sguardo triste quando non mi capirai, quando vedrai che mi allontano da te. Tutte quelle parole che cercherò di dire e che non riuscirò ad esprimere, quelle emozioni che non amerò provare... Accetto di avanzare. Accetto di fare degli errori... Accetto i rimorsi e il senso di colpa... e la luce, e il calore...”  

 

»Lo sopporterai?«  

 

Un’ombra gelata passò davanti ai suoi occhi.  

 

»No, ovviamente... e tu?«  

 

Lei sorrise mestamente.  

 

»Nemmeno...«  

 

Lui ricambiò il suo sorriso.  

 

»Non sarà facile, allora?«  

 

»Niente è mai facile Ryo... Ma non lascerò mai che tu ti perda...«  

 

 

Rimasero un momento in silenzio, fissandosi, come sorpresi di vedersi ancora, di comprendersi ancora meglio di prima... in un altro modo.  

 

Poi la donna gli fece un occhiolino ed il suo sorriso malizioso si accentuò.  

 

»Andiamo Ryo, devi ancora andare a prendere la macchina.«  

 

Su questo, si voltò ed uscì dalla camera per andare in bagno, mentre Ryo brontolava sul fatto che la prossima volta, non avrebbe vuotato il sacco e che sarebbero andati in metropolitana, abito da sera o non abito da sera, che era sempre a lui che toccavano i compiti più impegnativi e ingrati, che la vita era ingiusta, e che inoltre non avrebbe trovato alcuna sirena per le strade in questa giornata.  

 

 

 


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