Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Author(s): Ginie^^

Translator(s): Rosi-chan

Status: Completed

Series: City Hunter

Original story:

Entre Ciel et Terre

 

Total: 70 chapters

Published: 01-12-03

Last update: 03-05-04

 

Comments: 49 reviews

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General

 

Summary: Quando Ryo e Kaori devono conciliare il loro lavoro e la loro nuova relazione....

 

Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Translation :: Tra Cielo e Terra

 

Chapter 3 :: Capitolo 3

Published: 13-12-03 - Last update: 13-12-03

 


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Il vecchio smise di fischiettare e si fermò. Abituato alle vibrazioni di quella foresta, avendoci vissuto per molto tempo, aveva percepito un rumore sospetto. Tendendo l' orecchio, intuì facilmente che si avvicinava, forse il ronzio del motore di una macchina, insolito nell' angolo remoto di quella regione. Le sue sopracciglia si aggrottarono istintivamente, se da una parte non poteva lasciare un uomo soffrire in seguito ad un incidente, dall' altra non sarebbe di certo andato incontro a guai di qualunque tipo.  

 

Poiché il rumore si avvicinava sempre di più, decise di nascondersi. Lasciò quella che aveva le sembianze di una strada, che apparentemente lui solo poteva considerare una via praticabile, e si addentrò ancora di più nella foresta per osservare un po' quegli estranei.  

 

Appoggiò un Ryo abbastanza mal ridotto, ma ancora addormentato, ai piedi di un albero. Le radici si intrecciavano e formavano un' immensa culla, nella quale i grovigli li proteggevano dalla vista. Poi si arrampicò con agilità sconcertante su qualche ramo del canforo(*) e si nascose dietro le foglie.  

 

Il suo intuito gli diceva di non fidarsi di quel veicolo. E quando vide la jeep arrivare a precipizio e schiacciare senza alcun riguardo i freschi germogli degli alberi, ringhiò e imprecò, levando il pugno in segno di collera. Cambiò velocemente idea scorgendo le armi che mettevano in mostra i passeggeri. Non avevano l' aria di voler scherzare. Uno di loro si alzò e si appoggiò alla portiera. Tirò fuori un binocolo e urlò.  

 

-« Forza, sbrighiamoci! Non deve essere lontano. Dobbiamo eliminarlo! »  

 

Il vecchio si irrigidì dopo aver sentito quelle poche parole.  

 

Poiché la macchina si era inoltrata ancora di più nella foresta, ridiscese con precauzione dal suo ramo e si voltò verso il suo fardello.  

 

Sentiva che le sue abitudini quotidiane sarebbero state sconvolte dall' arrivo di quel giovane.  

 

-« Non so cos' è successo giovanotto, ma mi sembra che quelli là ti cerchino... Non c' è molta gente che si schianta in aereo in questo paese... »  

 

E scoppiò a ridere. Nonostante i guai prossimi ad arrivare, si sentiva ringiovanire.  

 

_Azione in vista! Questo gli avrebbe permesso di sgranchirsi le gambe.  

 

Amava la sua vita pacifica, ma un po' di pepe lo entusiasmava.  

 

-« Bene, andiamo! Sono andati dalla parte sbagliata, ma non bisogna restare qui. E la notte non tarderà ad arrivare. »  

 

Si accovacciò e, sempre con la stessa facilità, afferrò Ryo e se lo issò sulla schiena. Con occhio accorto, ritenne opportuno sbrigarsi per curare quella brutta ferita. Ma non si faceva troppi problemi, sua moglie e sua nipote si sarebbero occupate del loro invitato e quella piaga sarebbe diventata un brutto ricordo.  

 

Camminò ancora per una dozzina di minuti seguendo il corso di un piccolo ruscello. A pochi metri si poteva udire lo sciabordio di una cascata.  

 

Poi raggiunse il limite della foresta. Il clima di quella regione favoriva la vegetazione lussureggiante. In lontananza, sulla linea dell' orizzonte, si disegnava un rilievo complesso, che intrecciava tra loro boschi e rocce dalle forme strane ma affascinanti. I luccichii del sole si dissolvevano e formavano arabeschi mordorè(**). Davanti ai due uomini si estendeva una pianura un po' ristretta in quel paesaggio gigantesco. Incassata tra i boschi e le montagne, sembrava inghiottita tra l' immenso caseggiato e le piante di riso o di the.  

 

Un sobbalzo di lucidità svegliò Ryo che aprì impercettibilmente gli occhi e davanti a quel paesaggio mormorò:  

 

-« Un love hotel ? »  

 

Poi, il sonno e la fatica lo presero nuovamente, lasciando il suo benefattore sbalordito ma sinceramente divertito da quella riflessione improvvisa.  

 

L’ edificio era un' immensa costruzione, vecchia di un centinaio d' anni. Il Tulou(***) della famiglia Wu obbediva alle tradizioni di un tempo. Il capo della famiglia, felice di ritrovare casa propria, entrò da un ingresso quadrato in quella cinta tuttavia circolare. Il cortile interno traboccava di piante e fiori profumati. I cespugli non erano numerosi, ma tenuti con amore, e adornavano il pozzo centrale.  

 

I corridoi in legno, con tetti di tegole grigie e ringhiere di ferro, percorrevano e delimitavano le numerose stanze dei tre piani.  

 

Al pianterreno si trovavano le docce, a destra per le donne, a sinistra per gli uomini, e la cucina. Il secondo piano serviva come magazzino per i cereali o per la raccolta di riso o di tabacco. Non si distingueva nessuna finestra o altro tipo di aerazione, a parte le porte delle stanze propriamente dette, per permettere l' essiccazione di questi. Infine, all' ultimo piano di questa fortezza Hakka, si allineavano le stanze da letto.  

 

Il vecchio Wu fece qualche passo prima di gridare:  

 

-« Ana? Shan-In? Dove siete? Venite ad aiutarmi! »  

 

Una ragazza uscì dalla cucina accompagnata da un' affascinante signora anziana e insieme si precipitarono verso di lui.  

 

-« Chi è Nonno? »  

 

-« Non ne ho idea. Ma possiamo aspettarci qualche sorpresa. Vieni ad aiutarmi. Prima di tutto e prima che risponda alle nostre domande, dovremmo curare il ragazzo. »  

 

Insieme portarono Ryo in una delle numerose camere da letto all' ultimo piano e lo sistemarono il più comodamente possibile. Il vecchio lo lasciò alle cure di sua nipote e di sua moglie. Ridiscese le scale con la sola intenzione di chiudere l' accesso alla casa, ricordando gli uomini armati che aveva incrociato per strada.  

 

Poi, rassicurato, si sistemò comodamente nel suo piccolo giardino e fumò la sua pipa attendendo pazientemente notizie.  

 

Ana e sua nonna si davano da fare attorno a un Ryo febbricitante. Cercando tutto il necessario di cui avevano bisogno, disinfettarono la ferita, non senza tagliare innanzitutto i jeans, e ricucirono la ferita, non lasciando altro che una cicatrice abbastanza insignificante. Poi, gli fu iniettata una dose di antibiotico per evitare la superinfezione.  

 

-« Penso che abbiamo fatto il necessario Nonna.»  

 

-« Si. Ha bisogno di riposo. Va ad aspettare fuori. »  

 

-« Perché? »  

 

-« Questo giovane ha ancora tutti questi vestiti addosso e per di più è bagnato dalla testa ai piedi. Non voglio che tu lo veda senza niente addosso, in costume adamitico. Forse sarà un bell' uomo e ben dotato, ma... »  

 

La ragazza arrossì immediatamente, scandalizzata dalle parole spinte di sua nonna.  

 

-« Nonna!!! »  

 

La vecchia donna sghignazzò di cuore.  

 

-« Scherzo figliola. Io sono vecchia e ne ho viste molte nella mia vita ma tu... »  

 

-« Capito, capito, me ne vado! »  

 

 

 

Ana raggiunse suo nonno e si sedette accanto a lui.  

 

-« Nonno? »  

 

-« … »  

 

-« Hai idea di chi sia? »  

 

-« No. Il giovanotto è stato enormemente fortunato che io fossi presente in quel momento, normalmente non vado in giro per la foresta a quell' ora. Ho intravisto del fumo e sono arrivato in tempo si direbbe. In compenso, potremmo avere visite... degli uomini pericolosi. No so che accadrà, quindi siamo prudenti.»  

 

Ana guardò suo nonno e gli diede una piccola gomitata, con una smorfia diffidente.  

 

-« Sembri felicissimo di quello che succede! »  

 

Infatti, il vecchio sfoggiava un largo sorriso.  

 

-« Quel giovanotto mi fa pensare a me quando ero ragazzo e un po' d' esercizio ci farà bene. Anche la nonna ha l' aria radiosa. »  

 

 

 

Sua moglie, effettivamente, scendeva i gradini a grandi passi, tenendo il suo kimono con una mano. Un sorriso le illuminava il viso.  

 

-« Penso che non dovremo attendere molto perché quel giovane riprenda le forze. E' vigoroso e forte. Per di più, coricandolo, ho potuto sentire vagamente che mormorava qualcosa come « angelo sexy »… o cose del genere. »  

 

Rise di buon cuore, accompagnata dal suo caro marito. Ana non capiva quello slancio di buonumore. Non sapeva che suo nonno aveva, in gioventù, le stesse tendenze del ben noto maniaco.  

 

 

 

Continua...  

 

(*)- Albero sempreverde della famiglia delle lauracee con fiori simili a quelli dell' alloro; forma boschi nella Cina Centro-Orientale;  

(**)- Di colore bruno-viola con riflessi dorati;  

(***)- Tulou, detti anche "case di terra", sono grandi fortezze apparse in Cina circa 1200 anni fa nella provincia del Fujian; si possono considerare le abitazioni di una delle minoranze cinesi: gli Hakka, i quali si dice che siano i precursori della civiltà cinese e che la loro lingua sia alla base del mandarino. I Tulou sono enormi costruzioni a pianta circolare o rettangolare, che possono contenere fino a cento famiglie, realizzate con incredibile maestria, al cui interno, in uno scenario quasi fiabesco, fra cortili concentrici, lanterne rosse, scale di legno e tetti a pagoda, si svolge un’animatissima vita di campagna permeata di consuetudini e ritmi antichi e suggestivi. Ecco qualche immagine: http://taiwan.8m.net/fujian/images/tulou1.jpg e http://www.icm.gov.mo/exhibition/tc/images/fj2.jpg  

 

 

 


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