Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Author(s): Ginie^^

Translator(s): Rosi-chan

Status: Completed

Series: City Hunter

Original story:

Entre Ciel et Terre

 

Total: 70 chapters

Published: 01-12-03

Last update: 03-05-04

 

Comments: 49 reviews

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General

 

Summary: Quando Ryo e Kaori devono conciliare il loro lavoro e la loro nuova relazione....

 

Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Translation :: Tra Cielo e Terra

 

Chapter 57 :: Capitolo 57

Published: 17-04-04 - Last update: 17-04-04

 


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Mick si fermò a qualche isolato dal loro appartamento al fine di permettergli di rientrare in tutta discrezione, poi riprese la sua strada. Vedendo dallo specchietto retrovisore le figure di Ryo e Kaori camuffate nei loro travestimenti, scoppiò a ridere ancora una volta.  

 

Quest' ultimi percorrevano il centinaio di metri che li separavano da casa loro con una certa impazienza, anche se questa non era dettata dalla ragione...  

 

Tuttavia se da una parte Kaori cercava di farsi discreta, dall' altra Ryo non mostrava alcun complesso e camminava per strada come al suo solito, scherzando sul fatto che era molto più capace di Kaori ad attirare gli uomini. Quando una donna corpulenta lo accostò, Kaori, preoccupata e sospettosa, si avvicinò a loro e tese un orecchio più che attento.  

 

-« Ryoooooo!! Cocco mio! Era da tempo che non ci si vedeva! Ti sei perso una bella festa questa notte, ne sono appena uscita... hihihihi… Sei magnifica, risplendente, ho faticato a riconoscerti!! »  

 

Dall' accento forzato e dalla barba nascente che ombreggiava la guancia di quella creatura, Kaori comprese subito che quella « donna » doveva lavorare al bar gay dell' angolo, là dove si divertiva di tanto in tanto Ryo. Vedendo che il travestito cominciava a fargli la corte, voltò loro le spalle e, con un dito nella bocca, fece finta di vomitare. Ciò che la disgustava un po' non era tanto il lato effeminato di quella conoscenza, ma piuttosto il fatto che Ryo stesse al suo gioco. In quel momento, quest' ultimo, volendo evitare i fulmini della sua partner, giocò il tutto per tutto e si voltò verso di lei sussurrandole:  

 

-« Non essere gelosa, appena rientriamo a casa avrai la tua parte... »  

 

Kaori non seppe se fu l' occhiolino complice o il tono impiegato che suscitò in lei non la collera, come a sua abitudine, ma un desiderio sordo e latente. Questo la sorprese e si nascose dietro il suo cappello e i suoi baffi finti.  

 

Realizzare che viveva al presente con Ryo la colmava di gioia, ma non riusciva ancora a controllare o a dominare certe sue reazioni...  

 

Portandosi il colletto del suo cappotto verso il viso, seguì il suo socio quando salutò il suo amico e ripartì in direzione della casa di Reika. Entrarono senza alcuna esitazione nel palazzo adiacente al loro. Le comunicazione tra le due abitazioni tornava utile ancora una volta.  

 

 

 

***  

 

 

 

Da parte sua, Mick si diresse verso il municipio. Non ci vollero più di una decina di minuti e di una discussione con un' affascinante commessa per conoscere il luogo e l' ora esatta di quella famosa asta.  

 

E qual' era il posto più adatto per il commercio di oggetti d' arte se non il museo nazionale di Tokyo!?  

 

Chiuso al pubblico il lunedì, le sale riservate alle occasioni speciali erano tuttavia piene di uomini d' affari di tutti i tipi o di personalità conosciute, per soddisfare la loro curiosità e alleggerire i loro portamonete. Mick usò e abusò del suo fascino per convincere la ragazza in uniforme a dirgli tutto. Facendosi passare per un ricchissimo americano in mancanza di shopping, riuscì con facilità e charme a strapparle le informazioni e a conoscere tutti i dettagli di quella giornata. Quando uscì dal punto informazioni, pensò, non senza sottointesi, che Ryo e soprattutto Kaori avrebbero potuto ripagarlo di tutti quegli sforzi.  

 

 

 

***  

 

 

 

 

 

Fuori di sé, Kenji faceva avanti e indietro nella stanza, diventata troppo piccola per contenere la sua rabbia. Se d' abitudine tutte le persone che gli stavano attorno lo temevano, sapevano che non era buona cosa abbordarlo in quelle circostanze. La bocca formava solo una linea sul suo viso teso, gli occhi erano minacciosi, e lui fulminava di rabbia.  

 

Si avvicinò allo scrittoio e posando entrambe le mani sul tavolo, fissò il suo computer. Ma lo schermo mostrava solo un' interfaccia neutra, restando disperatamente muto all' ennesima interrogazione di Kenji: « Cosa sta succedendo? ». Il respiro dell' uomo accelerò. Si passò una mano nervosa tra i capelli e si fece forza per non lanciare il suo portatile attraverso la stanza.  

 

Due giorni! Erano due giorni che aspettava notizie dai suoi uomini inviati in Cina. E niente! Il numero che permetteva di raggiungerli suonava instancabilmente occupato.  

 

Alla domanda: Saeba è morto? Alcuna risposta arrivava per soddisfarlo. Per un uomo meticoloso come Kenji, questo genere di domande erano, senza dubbio, una falla nel suo piano. Prima Nogami, che era sopravvissuta, e dopo Saeba...  

 

Le sue mani strinsero il bordo del mobile e le sue nocche diventarono pericolosamente bianche.  

 

 

 

Il leggero fruscio di un tessuto gli fece alzare la testa. I suoi occhi si diressero dritti verso il pover' uomo che si trovava nell' angolo della stanza, aspettando che il suo capo si degnasse di prestargli attenzione. Insomma, non si poteva certo dire che avesse fretta che Kenji lo notasse. Quando sentì lo sguardo di quest' ultimo attardarsi sulla sua miserabile persona, avrebbe voluto fuggire a gambe levate. Diventare cuoco in un buco sperduto nel più profondo della campagna, spazzino, ladruncolo come aveva imparato all' inizio della sua carriera di criminale! Tutto, salvo che rimanere chiuso tra quelle quattro mura con Kenji-San. Senza che potesse farci niente le sue gambe cominciarono a piegarsi e, quando sentì la voce, tuttavia dolce, di Kenji, sobbalzò e tremò in tutte le sue membra.  

 

-« Cosa?! » domandò Kenji.  

 

-« Ehm… Capo... è per il mio rapporto riguardo alla sorveglianza di Nogami... » rispose lui timidamente, la testa bassa, in segno di saluto educato, e soprattutto desideroso di non incrociare lo sguardo assassino del suo padrone.  

 

-« E? »  

 

-« Falco è al suo capezzale. »  

 

Kenji tirò fuori una sigaretta dal suo pacchetto e la accese. Solo la figura, seduta in una grande poltrona non lontano da lì e spettatrice della scena, notò il leggero tremito della sua mano, prova della sua irritazione estrema. Il suo interlocutore restava in posizione di saluto per paura di fare un solo movimento sbagliato.  

 

-« E Nogami, in che stato è? »  

 

Kenji portò la sigaretta alla bocca e cominciò a tirar su le maniche della sua camicia, nel modo più naturale del mondo.  

 

-« E' che... con Falco tra i piedi... insomma... secondo le ultime novità à ancora in coma. »  

 

Il braccio partì ad una velocità incredibile e il messaggero crollò all' impatto del pugno di Kenji.  

 

-« Non lo ripeterei due volte, se fossi in te. Ti pago affinché tu mi porti notizie sullo stato di salute di Nogami minuto per minuto! Allora o fai il tuo lavoro e verrai ricompensato generosamente, o... In breve, la scelta è semplice: te o Falco... Se opti per la seconda soluzione ti triplico il salario. »  

 

La scelta fu presto fatta. L' uomo, felice di essersela cavata alla fine con così poco, approvò con un cenno vivo del capo e promise di riportare nel suo prossimo rapporto la testa di Falco. Triplicare il suo salario rappresentava una somma di denaro estremamente interessante che nessun criminale potrebbe onestamente rifiutare. Fece un ultimo saluto e se ne andò precipitosamente.  

 

-« Dilettanti! Volgari dilettanti! Dovrò prendere in mano certe cose se vogliamo che il nostro piano vada avanti senza intoppi! E credo che dovrò cominciare eliminando io stesso la nostra ispettrice e quel Falco! »  

 

La figura che aveva taciuto fino a quel momento gli tagliò la parola.  

 

-« No! E' troppo tardi ormai. Tutto comincia domani. Non hai il tempo di riparare all' incompetenza di tutti quei piccoli truffatori senza valore. Nogami e Saeba erano degli extra: per non trovarceli tra i piedi hai preferito sbarazzartene prima. Non preoccuparti, anche se tutto non va come avevi previsto, ciò non toglie che siano tutti e due fuori dalle condizioni di darci fastidio... E se Saeba tornasse me ne occuperò io... »  

 

Se un solo uomo o una sola donna su questa Terra avesse osato parlar così a Kenji, nessun dubbio che questa persona avrebbe dovuto preoccuparsi per la sua vita futura... Ora, se Kenji era un uomo temibile nell' ambiente, si rivelava avere un punto debole.  

 

 


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