Hojo Fan City

 

 

 

Data File

Rated PG-13 - Prose

 

Author(s): Ginie^^

Translator(s): Rosi-chan

Status: Completed

Series: City Hunter

Original story:

Entre Ciel et Terre

 

Total: 70 chapters

Published: 01-12-03

Last update: 03-05-04

 

Comments: 49 reviews

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General

 

Summary: Quando Ryo e Kaori devono conciliare il loro lavoro e la loro nuova relazione....

 

Disclaimer: I personaggi di City Hunter sono di proprietà esclusiva di Tsukasa Hojo.

 

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   Translation :: Tra Cielo e Terra

 

Chapter 28 :: Capitolo 28

Published: 28-02-04 - Last update: 28-02-04

 


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Ana spinse Ryo nella stanza appena aperta e Shan-In richiuse subito la porta. La ragazza si sedette su una sedia e mandò un sospiro da spezzare il cuore.  

 

-« Pfffff, mi sarebbe proprio piaciuto essere con loro in questo momento e vedere la faccia di quei brutti ceffi. »  

 

Poi rise di buon cuore divertendosi a far dondolare le gambe sulla sedia.  

 

 

 

Ryo fece qualche passo e, spalancando gli occhi sbalorditi, le domandò:  

 

-« Non è possibile! E' la caverna di Alì Baba questa? »  

 

E ne aveva tutte le ragioni! La stanza era rettangolare, abbastanza piccola a prima vista, ma i muri reggevano delle pesanti mensole in tutta la loro lunghezza.  

 

Coltelli, lame affilate, sciabole, pistole, revolver, una carabina, un fucile a pompa... più Ryo avanzava, più l' attrezzatura si rinforzava e provocava in lui un misto di stupore, di curiosità e di benessere. Il suo sguardo si fermò sul lancia-razzi e, da ciò che constatò, quelle armi venivano in qualche modo regolarmente revisionate, pulite, curate. In un angolo notò lo stesso sistema di sicurezza della sala d' informatica. Se si fosse chiesto come avesse fatto il vecchio Tseng ad accorrere così presto, aveva trovato la risposta: tutta la casa era piena di sensori e di emettitori come quello.  

 

-« Impressionante no? »  

 

Lui sussultò non avendo notato che Ana lo fissava da qualche minuto divertita e che lo aveva raggiunto in fondo alla stanza. Carezzando la canna di un Uzi balbettò.  

 

-« L' ultimo posto in cui avrei pensato di trovare tutto questo... Ma chi sono loro? »  

 

-« Allora, questo non so se ho il diritto di dirtelo. Ma beh, viste le circostanze, e visto che ti hanno fatto entrare nella loro sala giochi preferita, penso che potrai chiederlo a loro senza problemi. »  

 

Non smettendo di sorridere, Ana piegò la testa di lato e aggiunse:  

 

-« Hai l' aria di aver appena inghiottito un polpo! Hi hi hi... non pensavi di trovare tutto questo qui, eh? I miei nonni sono un po'... speciali. »  

 

-« Ah bah! Questo puoi dirlo forte. »  

 

Ma lo stupore di Ryo si dissolse progressivamente lasciando posto a una certa serenità. Si sentiva a casa sua in mezzo a quell' armamentario militare. Per la seconda volta portò inconsciamente la mano là dove avrebbe dovuto trovarsi la sua Magnum e si accorse della sua assenza. Grugnì tra sé e sé, non se ne era mai separato e quella sparizione lo innervosiva al massimo.  

 

Aggrottò le sopracciglia e cercò di ricordarsi di quella serata. Se la sua memoria era buona, si era recato con Kaori, Mick e Monica in un locale per ritrovare Jimmy. Si ricordava di essersi arrabbiato, ma perché? ...  

 

-« Ryo? Yu-uhhh!!! Ryo? Ehi! Ci sei? »  

 

-« Eh? Cosa? »  

 

-« Non hai sentito niente di quello che ti ho detto, non è così? »  

 

-« Ehm no. Scusami, riflettevo su... »  

 

Non ebbe il tempo di continuare, qualunque fossero le sue mute domande o la frase che stava dicendo, rimasero in sospeso. Ana gli prese il braccio e lo trascinò, dimenticando sul momento che non poteva seguirla così facilmente su due gambe, fino in fondo alla stanza dove si trovava un' altra porta.  

 

Si piazzò davanti a lui, l' aria solenne e seria che più seria non si può. Mettendosi il dito davanti la bocca, cosa che indicava che stava per dargli delle informazioni top secret, gli chiese di sporgersi in modo che lei potesse mormorargli all' orecchio.  

 

-« A questo punto, penso che posso mostrarti l' integralità dell' apparecchiatura di mio nonno. »  

 

La aprì e Ryo non si stupì affatto di ciò che vide: un' altra stanza, questa volta immensa, che serviva da poligono e da sala di allenamento.  

 

Con un armamentario così completo, era normale che quest' ultima seguisse la logica del vecchio. Così Ryo alzò le spalle e disse disinvolto:  

 

-« Sì, e allora? Se mi avessi detto che c' era un bar con delle cameriere vestite da conigliette, mi sarei stupito, ma qua, beh... non c' è niente di più normale! Insomma, io dico così, ma tu sei troppo piccola per capire »  

 

Offesa, Ana lo guardò furiosamente e gli scagliò un cazzotto di sinistro in pieno stomaco. Fortunatamente, Ryo aveva dei buoni addominali perché avrebbe potuto veramente fargli male! Ne aveva di forza la piccola!  

 

-« Ehi!!! Ma sei malata? »  

 

-« Non sono piccola! E ad ogni modo, non ti sei fatto niente, allora di cosa ti lamenti? »  

 

-« E' normale che non mi sono fatto niente, non hai colpito dove avresti dovuto! »  

 

Ana cambiò espressione, passando dal nervosismo ad un vivo interesse.  

 

-« Insegnami! Ti prego! Il nonnino si fa un po' troppo vecchio per questo genere di esercizi e sospetto che non mi mostri le mosse che si dovrebbero fare. »  

 

-« Se tuo nonno non lo fa, deve averne una buona ragione. Non spetta a me farlo. »  

 

-« La sola buona ragione che ha, è che ha paura di ricevere troppi colpi! Voglio sapere come fare. Mi hanno aiutato da quando ero piccola e penso di avere l' età per sapermi difendere. Per me, ma anche per loro. Essendo detective privato dovresti sapere tutto questo, e anche di più. Dai, ti prego!!! »  

 

Davanti all' insistenza di Ana, e soprattutto per il fatto che aveva delle buone motivazioni, Ryo cedette e le mostrò qualche colpo semplice ma terribilmente efficace.  

 

 

 

***  

 

 

 

Nel frattempo, Tseng e sua moglie badavano alle loro occupazioni come se niente fosse, attendendo pazientemente che quegli uomini si facessero vedere. Anche volendo giocare la carta dell' ignoranza, non dimenticarono per questo tutta la prudenza, e nascosero sotto i loro kimono tradizionali qualche arma molto utile. Alzarono la testa quando una jeep parcheggiò davanti alla porta della loro casa e tre uomini ne scesero. Le loro espressioni, il loro contegno e la premura con la quale parlarono, non ispiravano alcuna simpatia. Nonostante questo, gli Wu continuarono a fingere la loro ignoranza.  

 

-« No, mi dispiace, nessun giovanotto è venuto qui. E poi non sarebbe stato il benvenuto! » disse Tseng, curvato in due.  

 

-« Non accogliamo gente di questo tipo. Cosa ha fatto? » aggiunse Shan-In.  

 

-« E' un mercenario ricercato per omicidio. E' molto pericoloso. Può essersi persino introdotto in casa vostra senza che voi ve ne siate resi conto. »  

 

Shan-In si rifugiò nell' abbraccio di suo marito, l' aria spaventata.  

 

-« Cosa? Ne siete sicuri? Ma è terribile! Non è che potreste dare un occhiata? »  

 

I tre uomini si guardarono scambiandosi un sorriso. Non avevano voluto utilizzare la forza, adducendo a pretesto di inseguire un criminale; era molto più facile far paura alle persone in questo modo. Volenti o nolenti, avrebbero perquisito quella casa, ma con il consenso di quella coppia di vecchietti, sarebbe stato mplto più facile.  

 

Due dei tre uomini presero ciascuno una direzione diversa e cercarono dappertutto. Il vecchio Tseng non poté impedirsi di seguirli ovunque, mostrando loro anche le stanze inaccessibili a prima vista.  

 

Quando tutta la casa fu passata al setaccio, secondo piano compreso, i tre uomini, un po' delusi, ringraziarono a fior di labbra gli Wu e se ne andarono.  

 

 

 

Tseng e Shan-In attesero ancora un po' prima di fare qualsiasi cosa. Ritornando ai loro compiti, si occuparono del giardino tenendo sempre un occhio sulla porta. Avrebbero potuto tornare all' improvviso o utilizzare dei binocoli, e il sistema di sicurezza sarebbe stato allora inefficace.  

 

Quando il punto luminoso del radar mostrò loro che la jeep si era allontanata sufficientemente, Tseng richiuse la porta a chiave e sospirò, un grande sorriso alle labbra.  

 

-« Ahhhhh? Dei dilettanti! Ecco cosa sono! Gliel' abbiamo fatta per bene! »  

 

 

 

 

Continua... 

 


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