Chapter 65 :: Capitolo 65

Published: 30-04-04 - Last update: 30-04-04

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Kaori si infiltrò facilmente nell' edificio senza farsi notare. Il fatto di aver studiato con cura ogni minimo dettaglio del museo la avvantaggiava, e approfittava del più piccolo angolino per intrufolarsi.  

Da dove cominciare? Cominciò a farsi prendere dal panico quando realizzò l' immensità della costruzione. Respirando profondamente, decise per prima cosa di recarsi verso la sala dell' asta, punto di partenza e solo indizio che possedeva. Correndo nel corridoio vicino, sentì due uomini affannarsi nella sua direzione, e scelse immediatamente di nascondersi dietro una porta. Lasciandola socchiusa e pregando perché nessuno dei due la sorprendesse, ascoltò attentamente dei brandelli della loro conversazione:  

-« Sono due. Un uomo e una donna. Sono sicuramente loro, trovateli!! »  

-« Da che parte sono andati? »  

-« Da qui. Non andranno lontano, abbiamo una possibilità di acciuffarli.  

I passi si allontanarono e Kaori poté uscire dal suo nascondiglio in tutta sicurezza. Si infilò nel loro stesso passaggio pensando, a giusto titolo, che dovevano sicuramente parlare di Ryo e di Monica. Chi potevano essere quegli uomini? Incontestabilmente, in base al loro accento, si trattava di americani che erano all' inseguimento di Jimmy. Si fece più discreta possibile e li seguì da lontano.  

All' incrocio tra una scala che portava al piano superiore e quella che conduceva al sottosuolo i due uomini si fermarono. Uno dei due prese il suo walkie-talkie e chiamò un collega.  

-« Bisogno di aiuto immediato. Che una delle squadre si rechi al secondo piano e un' altra sul terrazzo. Chiudete tutto il perimetro, sono ancora nell' edificio. Bisogno di rinforzi al sottosuolo. »  

Kaori, che si trovava non lontano da lì, osò lanciare un occhiata. La sua curiosità fu punta sul vivo dal modo in cui l' uomo si esprimeva.  

Quando si accorse del simbolo *F.B.I* sulla giacca del primo spalancò gli occhi e si sentì mancare per qualche secondo. Che cosa stava succedendo??  

La ragazza si rimproverò mentalmente, non era il momento di porsi mille e una domande quando non aveva alcuna risposta plausibile da fornire. La cosa più importante era ritrovare Ryo e avvertirlo. Ma da che parte era andato?  

Kaori seguì il suo istinto. Il terrazzo era sicuramente troppo pericoloso in pieno giorno per scappare da un edificio come quello. Si rammentò le piantine del museo e ricordò che il sottosuolo comprendeva un’ uscita di sicurezza. C' era solo un problema! Come passare in mezzo all' FBI senza farsi scoprire? Kaori si sedette a gambe incrociate direttamente sul pavimento e si rigirò la domanda nella testa. Tentava di controllare così il proprio respiro irregolare e... Alzò gli occhi e si colpì la fronte brutalmente. La risposta l' aveva davanti a sé: il condotto di ventilazione.  

Si infilò nella stanza più vicina e salì sulla scrivania. Cominciò a svitare la griglia di climatizzazione che si trovava sul soffitto. Vi si arrampicò e, a quattro zampe, cominciò a strisciare nel budello sperando fortemente di non prendere la direzione sbagliata. Si sentiva sorpassata dagli avvenimenti e, di certo, se si fosse sbagliata, avrebbe potuto dire addio alla sua reputazione, già piuttosto fragile, di sweeper.  

_ « Forza ragazza mia, non è il momento di cedere! »  

Riprese la sua corsa nello stretto condotto cercando di riassemblare i suoi ricordi sullo schema del museo.  

***  

Quando Monica, senza respiro, si fermò, Ryo sentì che avevano seminato, per il momento, i loro inseguitori. Si concesse quindi un po' di riposo al fine di aiutare la sua compagna di sventure a riprendere fiato.  

-« Sono desolata Ryo. »  

-« Non esserlo. »  

-« Ma per colpa mia... »  

-« Shhhhh! Non parlare così forte... »  

Dovevano trovarsi nel corridoio che portava alle caldaie. Dei tubi percorrevano il soffitto e era possibile sentire un rumore d' acqua messa sotto pressione. Il passaggio era debolmente illuminato. Un' atmosfera pesante si fece sentire.  

L' istinto di Ryo gli dettava di tenersi pronto ad ogni eventualità. Il suo sesto senso in allerta sentiva il pericolo onnipresente. Aveva approfittato delle scoperte di Kaori sulle planimetrie dell' edificio e sapeva che c' era un uscita non lontano da lì. Se Monica non avesse avuto handicap di nessun tipo avrebbero potuto uscire in poco tempo, ma la ragazza sembrava talmente esausta. Approfittò di quel riposo forzato per riassemblare le proprie idee. Qualche cosa lo infastidiva, gli solleticava la mente. Un dettaglio che non arrivava a mettere a fuoco ma che lo tormentava.  

Fissò tutta la sua attenzione sulla sua vecchia amica e amante. Sembrava aver ripreso le forze... forse un po' troppo in fretta.  

-« Monica? Come ha fatto tuo fratello a nascondere questo dischetto in quella maschera? »  

Un rumore di passi allertò Ryo che, arma in pugno, diffidò immediatamente. Una risata sarcastica ruppe il silenzio.  

-« Chi avrebbe potuto mai immaginare che quel caro Saeba mi avrebbe portato con le proprie mani e su un piatto d' argento ciò che cercavo? »  

Ryò si voltò e intravide la figura scura che si avvicinava, lo scintillio di un' arma puntata su di lui.  

***  

Kaori continuava ad andare avanti come meglio poteva all' interno del condotto ruvido scorticandosi ancora le ginocchia. Sforzandosi di controllare i battiti del suo cuore, tendeva l' orecchio a caccia del minimo indizio che avrebbe potuto portarla dritta verso Ryo. Quando distinse una voce femminile ad un centinaio di metri, pensò immediatamente a Monica. Pronta a mettersi allo scoperto, cambiò idea non appena una seconda voce che non conosceva le pervenne alle orecchie. Il suo spirito si infiammò. La tensione che le stringeva le membra si fece più forte.  

In silenzio, uscì dal condotto da una bocca di ventilazione e si lasciò scivolare al suolo ringraziando le sue ore di allenamento di aerobica a cui si dedicava ogni giorno. In punta dei piedi, sfoderò la sua pistola e si avvicinò al posto in cui si trovava il suo compagno.  

Lo spettacolo che si offrì a lei la sconvolse: Ryo in piedi vicino a Monica e di fronte a loro si distingueva un ombra inquietante.  

Lo scatto inconfondibile di una pistola che si arma indicava che quest' ultima non era dalla parte dei buoni...  

***  

Ryo osservava il suo nemico e sospirò di irritazione. Con calma olimpionica intavolò la conversazione.  

-« Sì, certo... avrei dovuto immaginarmelo. »  

-« Se potessi buttare lontano la tua arma... »  

-« … »  

-« Non fare il bambino, Ryo! Conosci abbastanza il mestiere per riconoscere che questa volta hai perso. E dall' inizio. Lascia quella pistola adesso. E dammi il dischetto. »  

Ryo gettò lontano quest' ultimo e la sua Magnum. L' uomo di fronte a lui si avvicinò un po', ma restò ad una distanza ragionevole. Conosceva sufficientemente Ryo Saeba per non gettarsi nella bocca del lupo. Anche disarmato rimaneva eccessivamente pericoloso.  

Continua...  

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