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Chapter 9 :: Capitolo 9 Published: 03-01-04 - Last update: 03-01-04
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Passarono di fronte al Cat’s eye, e incrociarono Mick e Kazue che uscivano dal caffè.
-« Buongiorno Kazue! »
-« Buongiorno Kaori, Ryo. Mi dispiace, non posso restare a parlare con voi. Devo partire.»
-« Hai ragione Kazue, lascia perdere questo biondino e vieni con me. »
Kazue, ormai abituata, ignorò l' intervento di Ryo. Sistemò qualche valigia nel bagagliaio della sua macchina spiegando cosa l' aspettava:
-« Ho delle cose da sistemare. Devo raggiungere il Professore. Vi vedrò al mio ritorno. Mick, tu non avrai grandi cose da fare, troverai tutto ciò di cui hai bisogno a casa. Hai le chiavi?»
-« Allora, mio piccolo Mick, a quanto vedo ti fai coccolare. »
-« Chiudi il becco Ryo! »
Mick sembrava un po' contrariato, e Ryo si prendeva un piacere maligno a burlarsi di lui.
-« Mick? »
-« Ho capito Kazue. Non preoccuparti. »
Quella raccolse la sua valigia e baciò il suo compagno che fece una faccia un po' imbronciata.
-« Tornerò tra solo una settimana. Abbi cura di te. »
Ryo si fece scivolare tra di loro e fece finta di volerla baciare.
-« Ne voglio uno anch' io, Kazueeeeee!! »
Senza neanche consultarsi, Kaori e Mick lo presero ciascuno per un orecchio e lo spostarono così.
Lasciando Mick e Kazue baciarsi un ultima volta, Kaori si postò davanti a Ryo.
-« Non puoi proprio lasciare che si salutino in pace!! »
-« Non ci si può neanche divertire! Si rivedranno, non è un addio! »
-« Tu mi innervosisci! »
-« Sei invidiosa? »
-« Come? » fece lei stupita.
-« Vuoi un piccolo bacino anche tu! Ammettilo! »
Kaori, scombussolata, cercò di trattenere gli ardori del suo socio schiaffandogli una martellata sul cranio.
Kazue salì in macchina e dopo aver inviato un ultimo bacio, s' inserì nella circolazione.
Mick affondò meccanicamente le mani nelle tasche e il suo viso si scompose. Guardò a turno Ryo e Kaori e si mise a correre, senza risultato, dietro la macchina.
-« Non può fare a meno di lei, com' è romantico. »
-« Approfitta della partenza di Kazue per andare a correre dietro a tutte le donne del quartiere, vorresti dire. »
-« Ma pensi solo a questo, tu! »
-« Certo, perché? »
Ryo e Kaori videro Mick ritornare penosamente.
-« E' una catastrofe. »
-« Non preoccuparti, questa sera ti porto in un nuovo bar gay, ti schiarirà le idee. »
Kaori cominciò a brontolare, ma ci pensò Mick stesso a farlo tacere, con una gomitata. Poi, si voltò rapidamente verso Kaori e le prese le mani tra le sue. Ryo massaggiandosi la mascella, lo guardò di traverso.
_Quando dicevo che sarebbe corso dietro le donne del quartiere, non intendevo lei!
-« Kaori! Ho qualcosina da chiederti. »
-« Ehm… si? »
Mick la portò un po' in disparte, in un angolo del caffè, seguito da Ryo a cui non piaceva la svolta che prendevano le cose. Cercò di strisciare dietro il bancone per captare degli stracci di conversazione, ma fu ben presto fermato da Falco che, con una scopa in mano, gli camminò di sopra.
-« Potresti fare attenzione a dove metti i tuoi piedi enormi! »
-« Scusami, pensavo di schiacciare uno scarafaggio » gli rispose Umibozu con un sorriso largo da far paura.
Ryo brontolò e si liberò alla meno peggio. Voleva assolutamente ascoltare ciò che chiedeva a Kaori.
-« Ho un piccolo favore da chiederti Kaori-Chan. »
-« Ti ascolto. »
L' aria seria di Mick intrigò al massimo Kaori.
-« Ho un grosso problema. Kazue è partita, lasciandomi tutto solo e... »
Mick tirò su col naso, ci mancava solo che una lacrima gli spuntasse dagli occhi.
Così Falco, rispettoso come sempre, impedì a Ryo di fare il guastafeste trattenendolo per il collo. Quello, la bava alle labbra, fulminava di rabbia.
_Gli avrebbe volentieri fatto rimangiare le sue pagliacciate a quel Dongiovanni da strapazzo di un americano! Lui lo conosceva, l' energumeno! Kaori poteva essere ingenua al punto da cadere nella trappola, ma lui lo sapeva: Mick le avrebbe chiesto tutto fuorché qualcosa di serio!
Ma quello, anche se cosciente che il suo « amico » lo guardava, incalzò ancora di più. Si aggrappò a Kaori e le elemosinò:
-« Lei è partita….e io non ho le mie chiavi… sono in mezzo alla strada. »
Kaori aspettandosi tutto tranne questo, cadde all' indietro dalla sorpresa.
-« Ti prego, Kao-Chan. Non mi lascerai dormire fuori tutto solo. »
Quella si risedette alla meno peggio sulla sua sedia e rise nervosamente, presa alla sprovvista.
-« Beh ehm….penso che…in fondo, perché no... »
Ryo, per metà strangolato, riuscì ugualmente a liberarsi dalla stretta possente di Umibozu e si precipitò sulla tavola.
-« Non se ne parla nemmeno!!!! »
Kaori si alzò, un po' in collera per il fatto che Ryo avesse ascoltato la loro conversazione. Mick si tenne dietro la sua benefattrice, proteggendosi così dai fulmini del giapponese. Aspettando che Kaori prendesse le sue difese, fece una boccaccia a Ryo, esasperato.
-« Ma Ryo, non possiamo lasciarlo così. »
-« E perché no? Ben gli sta! Doveva solo stare più attento. Dimenticare le chiavi... Capirai! Che cretino! »
-« Basta così Ryo. Stai parlando del tuo amico! Lui farebbe lo stesso per te. E' già venuto a casa, non vedo quale sia il problema. »
Kaori cercava di convincersene da sola.
_Doveva sentirsi al sicuro tra quei due? …
Dando un taglio netto a tutte le opposizioni, si allontanò, o piuttosto fuggì, da quella situazione raggiungendo Miki.
Ryo, furioso, squadrò Mick.
_Con quale diritto si imponeva a casa sua?! Proprio ora che avrebbe potuto concretizzare certe cose con Kaori... Sospirò e lo guardò minaccioso.
-« Me la pagherai, tu! Non potevi sfondare la porta di casa tua invece di incrostarti da me? »
-« Dì! Vuoi che Kazue mi uccida! Non farò niente di male, giuro! »
L’ aria maliziosa di Mick non rassicurò affatto Ryo. In effetti un piano machiavellico germogliava nella testa dell' americano. Un sorrisetto beffardo si dipinse sul suo viso.
_Kazue era partita per tutta la settimana, ne avrebbe approfittato per sistemare quella coppia un po' troppo bloccata per i suoi gusti. Certo che avrebbe potuto rientrare a casa sua senza bisogno di una chiave, gli sarebbe bastato un abile trucchetto o forzare la porta o la finestra, ma l' idea di passare qualche giorno a casa loro si era presentata come un' occasione magnifica. E lui che pensava di annoiarsi a morte quella settimana...
Le sue idee non si spinsero oltre, un forte colpo lo fece conficcare di qualche centimetro sul pavimento. Vide d' un tratto qualche ragazza in costume da bagno danzargli davanti agli occhi. Qualche frangia di una scopa pendeva lamentosamente sulla sua fronte. Falco, sospettoso, fiutò guai.
-« Non so a cosa pensi, ma non deve essere bello, bello! »
Continua...
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